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POESIE DI GABRIELLA MACUCCI.

INDICE

Ad Anna Acmathova (25 Aprile)

Ad un tratto

Donna afghana

Donna moderna

Germinal

La porta

Novembre

Bambino

Parole

Vela


 

 

AD ANNA ACMATHOVA (25 Aprile)

Ad un tratto mi son trovata sola
non più bambini nascosti dietro il pozzo
non più amici intorno alla mia tavola
non più compagni dietro le bandiere.

Mi son svegliata in una casa vuota
e non sono andata al corteo.
Sembrava quasi estate all'improvviso,
ma ho lasciato le finestre chiuse.

Eppure battaglie io so che si terranno
in un giorno che pare sonnolento
ci sarà gente fuori dalle case
a rinnovare la "corsa del tempo".

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AD UN TRATTO

Ad un tratto una splendida calma
è arrivata a sopire l'orrore
procurato dalle ferite
inferte da vittime e padroni.

Ad un tratto una splendida calma
ha riempito il ciclo e il mio cuore:
non più ieri, non più domani,
sarà oggi la fine del tempo.

Il tempo che verrà
sarà diverso, non so come, non so come mai.
Me lo dice la calma del diluvio
che neanche gli alberi possono capire.

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DONNA AFGHANA

Mi piaci donna afghana
col tuo manto celeste
con le morbide pieghe
e il passo forte
con lo sguardo celato
e i tuoi pensieri.

Donna delle donne del mondo
ora il tuo manto è lacero
inespressivo
mentre vai a chiedere pane negato
a nuovi padroni.

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DONNA MODERNA

Nessuno mi ha visto gridare
chiusa dentro l'auto
vagando per deserti e posteggi
sporchi e male illuminati.

Nessuno mi ha domandato
che cosa mai avessi
ma sguardi freddi e
fintamente gentili
mi hanno accolto ai vari sportelli.

Ho gridato e gridato
chiudendo il finestrino
non ho nemmeno pianto
davanti agli aguzzini.

Ho invano cercato un albero amico
un orizzonte un fuoco
dove bruciare sterpi,
mai così avevo sentito
la vendetta lontana.

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GERMINAL

O dolce mia compagna della notte
Caterina della miniera
la tua splendida corsa sulla terra
era un segno di sfida senza tregua.

Un'inutile sfida che arrivava
alla catastrofe della nostra storia.

Come mi sei vicina Caterina
e la tua notte è quella di tutti,
averti per compagna oggi è un onore
per qualsiasi consapevole vittima.

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LA PORTA

In cima alle scale m'attende una porta
verniciata di grigio antico e chiaro,
da una fessura sul legno
so che un tempo ho guardato.
Ed ora attendo davanti alla porta
che resta silenziosa
e non oso avvicinare la mano.

Dalla fessura arriva una luce pacata
senza stagione
e il silenzio può durare una vita.

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NOVEMBRE

Non c'è preghiera che tenga
non ti inginocchiare
non pensare al passato
non sperare nel futuro
non mettere le mani
su quella terra
macchiata di sangue.

Prendi il tuo bambino e scappa
tienilo stretto sotto il mantello
portalo lontano non tè lo far prendere
fai un alto recinto
non credere
alle promesse umanitarie.

Ricordati: è novembre.

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BAMBINO

Due occhi azzurri
due borse da viaggio
viaggio lungo
dai paesi dell'est
a una stazione di periferia
nell'inverno del cuore
mentre ti devo indicare
in nessuna lingua
le scale difficili dell'uscita
verso dove non sai
e non so nemmeno io.

Ti ho visto sparire
nel sottopasso triste
come squallida era la sorte
e non ho potuto trattenerti
né dirti addio.

Io voglio piangere
e non serve a niente
come non servono a niente
le lacrime degli scampati.

Bambino di Romania
che pace di praterie
che stupore di fuga
io lessi nei tuoi occhi
e forse tu nei miei
non vedesti
che la distanza
fra due binari.

Secondo premio per la poesia inedita
al Concorso Garcia Lorca
Torino - 2005

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PAROLE

A volte le parole sono strane
impongono il silenzio a chi le legge
non si fanno riconoscere
non sai più che vuoi dire madre
non sai più cosa vuoi dire ciclo
come graffito dì una caverna
misteriosa bellezza assume
la parola vendetta
e sembra voler dire amore.

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VELA

Ma quando te ne andrai su quella vela
incurante del mare tempestoso
io verrò sulla tua tomba amica
con in mano un garofano rosso.

Io ti potrò parlare raccontare
cose mai dette: l'ombra di un cipresso
un sentiero di terra tra le vigne
le mele acerbe il noce sul ruscello
la salita del bosco la radura
la tomba di un soldato senza nome
le risate le grida la paura.

Cose mai dette mi potrai narrare:
la condanna l'esilio la prigione
la gioia del lavoro benfatto
il vento in faccia delle foreste
la bellezza dell'interpretazione.

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